domenica 19 ottobre 2014

Mary Cassatt, la donna che voleva fare dell´arte la sua professione

Mary Cassatt nasce il 22 maggio del 1844 a Pittsburgh in Pennsylvania (Stati Uniti). Già da giovanissima decide che vuole fare dell´arte la sua professione nonostante i pregiudizi di un´epoca che riconosceva il ruolo delle donne solo all´interno di un ambito domestico. A 17 anni si iscrive alla Pennsylvania Academy of the Fine Arts di Filadelfia, anche se il padre è profondamente contrario. 
A dispetto della grande distanza che separa gli Stati Uniti dall´Europa, a 22 anni convince la madre a trasferirsi con lei a Parigi perché decisa a studiare dal vero l´arte europea. Malgrado i servizi ferroviari ancora rudimentali visita Roma, Parma, Madrid e Anversa, e nei musei copia le opere di grandi artisti come Correggio, Velázquez e Rubens. A Parigi non può frequentare l´Ecole des Beaux-Arts perché donna, ma lei non si demoralizza e prende lezioni private da Jean-Léon Gérome. Ogni giorno visita il Louvre che diventa un luogo d´incontro per le studentesse d´arte.
Mary Cassatt, Autoritratto,
1878, gouache su carta, 60x41,1 cm,
Metropolitan Museum of Art, N.Y.

Il 19 luglio del 1870 la Francia dichiara guerra alla Prussia e Mary decide di tornare dalla famiglia in Pennsylvania. In patria viene apprezzata come pittrice, ma non riesce a vendere i suoi quadri e il padre, ancora fortemente contrario alla sua scelta, la sostiene economicamente, ma solo in minima parte. Inizia un periodo di forte crisi durante il quale pensa di abbandonare l´arte. Per cercare un lavoro decide di trasferirsi a Chicago dove, durante l´incendio che per tre giorni - dall´8 al 10 ottobre del 1871- devastò una buona parte della città, perde molti dei suoi quadri. In questa fase così complicata della sua vita, incontra l´arcivescovo di Pittsburgh che le commissiona delle copie di dipinti del Correggio e le paga il viaggio per l´ Europa. A Parma porta a termine la sua commissione e dal 1872 comincia a esporre le opere al Salon di Parigi trovando anche degli acquirenti. Nonostante i successi è molto critica nei confronti di questa istituzione che secondo lei non prende abbastanza seriamente le opere delle artiste, a meno che non siano sostenute da un amico o da un protettore. Nel 1877 il Salon rifiuta per la prima volta di esporre i suoi quadri, ma grazie al suo amico Degas viene introdotta nel gruppo dei pittori impressionisti e comincia a presentare i suoi quadri insieme a loro. Al 1878 risalgono tre dei suoi migliori lavori: Ritratto dell´artista (autoritratto), Bimba su una poltrona blu (rifiutato dal Salon per la posa sconveniente della bambina) e Leggendo Le Figaro (ritratto di sua madre).  


M.Cassatt, Bimba su una poltrona blu, 1878, olio su tela,89,5x130 cm, National Gallery, Washington
Mary ama i lavori di Degas e la sua amicizia nei confronti dell´artista è molto profonda. L´influenza del pittore che si rivela nella scelta del soggetto, dei materiali e dei colori vivi è riconoscibile nel quadro "Dans la loge".
 
M.Cassatt, Dans la loge, 1879, pastelli su tela,65,3x81,3 cm, Philadelphia Museum of Art

Nel 1886 decide di partecipare alla prima esposizione impressionista negli Stati Uniti e usa la sua ampia conoscenza artistica per consigliare la sua amica Luisine Elder, moglie dell´imprenditore americano Harry Havemeyer, nell´acquisto di quadri. Le opere raccolte dalla coppia costituiranno la base della collezione del Metropolitan Museum di N.Y. 
Un evento che influenza la sua produzione artistica è una mostra di incisioni lignee giapponesi tenuta presso l´Ècole des Beaux-Arts nel 1890. Richiami all´arte giapponese si ritrovano infatti nel quadro "La Toilette", dove l´elemento decorativo è prevalente rispetto ad una corretta resa prospettica, la madre e la bambina sono viste dall´alto verso il basso e gli occhi chiusi della bambina richiamano la tipica forma a mandorla.  
M. Cassatt, La Toilette, 1893,
olio su tela, 100,3x66,1 cm,

The Art Institute of Chicago, USA

Un altro momento di svolta nell´arte di Mary è sicuramente la rottura con Degas a seguito dell´affare Dreyfus (1), uno scandalo che divise la Francia. Mary, Berthe Morisot, Monet, Zola e Mallarmé sostengono l´innocenza di Dreyfus, mentre Degas si schiera a favore della campagna diffamatoria contro l´ufficiale. A seguito di questo episodio Mary cerca di affrancarsi dall´influenza del pittore dedicandosi a  soggetti diversi come quello delle madri con i loro bambini. 
Nel 1893 in occasione dell´Esposizione Universale di Chicago le viene chiesto di preparare un murales dal titolo "La donna moderna" (andato perso) da esibire nel "Women´s Building", edificio ideato per  testimoniare l´emancipazione femminile nel corso della storia. Crede così tanto nella causa femminile che nel 1915, a 71 anni, diabetica e quasi cieca, prepara 18 opere per sostenere le manifestazioni a favore del voto alle donne.
Riceve diversi premi e riconoscimenti che spesso rifiuta perché "incompatibili" con il suo modo di intendere l´arte.  Muore il 14 giugno del 1926 a Mesnil-Théribus, un comune francese della Piccardia.


M.Cassatt, Vaso di lillà alla finestra,1880-83, olio su tela, 61,5x51,1 cm,Metropolitan Museum of Art, N.Y. 
 

(1) Nel1894 l´ufficiale di artiglieria ebreo alsaziano Dreyfus fu accusato di spionaggio a favore dell´impero Tedesco e condannato ai lavoro forzati. Nel 1896 il colonnello Picquart riaprì il caso accusando del fatto il maggiore Esterhazy, nobile con molti debiti di gioco,e  dimostrando l´innocenza di Dreyfus. Picquart fu rimosso dal suo incarico e mandato in zona di guerra.
 
Bibliografia: Haberlik Christina/Mazzoni Diana, 50 klassiker Künstlerinnen, Torino, 2002; Janes K.H./Chilvers I./Zaczek I., Meisterwerke -Weltberühmte Gemälde im Detail, London/ NewYork/Melbourne/Münch/Delhi, 2013.

lunedì 6 ottobre 2014

Georges Seurat, Una domenica pomeriggio sull´isola della Grande-Jatte

Georges Seurat,
Una domenica pomeriggio sull´isola della Grande-Jatte,
1884-1886, olio su tela, 207,5 x 308,1 cm,
Art Institute of Chicago.   
"Già mentre frequentavo la scuola di disegno ho cominciato ad interessarmi della teoria dei colori e  di composizione pittorica.
Ero un grande frequentatore del Louvre, dove ammiravo e studiavo con grande interesse le sculture egiziane, i grandi pittori italiani e francesi. Quando nel 1878 mi sono iscritto alla Scuola delle belle arti di Parigi ho cominciato a leggere il libro del chimico Chevreul che teorizzava le leggi sul contrasto simultaneo dei colori. Credo che questo libro abbia rappresentato una svolta nella mia vita, perché da questo momento ho cominciato a indagare incessantemente le leggi della pittura. L´anno successivo un altro avvenimento ha inciso molto sulla mia formazione artistica: la visita della mostra degli Impressionisti. In quel momento mi sono reso conto che l´accademia non stava al passo con la realtà ed è per questo che ho smesso di frequentarla. Con altri artisti ho deciso di affittare uno studio anche se disegnavo e dipingevo molto dal vivo per studiare le forme, i dettagli e gli effetti del colore e della luce. Nel 1884 inviai al Salon la "Baignade" e la giuria lo rifiutò. Decisi quindi di aderire ad un gruppo di artisti indipendenti (eravamo ben 450) e iniziai a lavorare alla Grande-Jatte. Ogni giorno andavo su quell´isolotto della Senna per disegnare, dipingere, osservare le persone, i colori, la luce e poi tornavo nel mio atelier per approfondire i miei studi. Ho eseguito più di trenta tavolette e ritoccavo continuamente il quadro. Non ricordo più le volte che ho spostato la scala. 
Quasi al centro del quadro ho dipinto una donna che tiene per mano una bambina. Ho deciso di rappresentarle frontalmente, mentre nel quadro quasi tutte le figure sono di profilo. Ovviamente sono stato molto attento alla scelta dei colori cercando il perfetto equilibrio nell´accostamento dei colori complementari. Queste due figure, la bambina con la corda e i rematori introducono movimento nella scena. Alcune forme vengono riprese più volte, come le tournure (1) delle gonne, le donne sedute o la forma dei cappelli, il tutto per dare ritmo alla scena.
Ogni zona è costituita da piccoli punti di colori contrastanti: il verde chiaro del prato è costellato di punti gialli e arancioni, mentre nelle zone più scure ho usato punti blu e rosa, una soluzione che dà "movimento" al colore. Se osservate bene, anche per la cornice mi sono avvalso dell´accostamento di colori complementari.
In questo quadro ho voluto rappresentare anche con ironia la società borghese di Parigi durante una gita domenicale.
Guardate ad esempio la scimmietta cappuccina che la donna  in primo piano sulla destra tiene al guinzaglio. Queste scimmiette erano molto amate come animali domestici e il soprannome Singesse (scimmietta donna) veniva dato alle prostitute francesi...
Per includere un po´di sano patriottismo ho dipinto anche la bandiera francese sulla poppa di una nave, rappresentata molto piccola, sullo sfondo.
Quando nel 1886 ho presentato il quadro all´Esposizione degli impressionisti ci furono diverse critiche negative. Succede sempre così quando si percorrono nuove strade. Comunque è sbagliato pensare che arte e scienza si escludano l´una con l´altra e nel mio lavoro sono riuscito a dimostrarlo armonizzando creatività artistica e rigore scientifico."

Georges Seurat

(1) Tournure o sellino: Nell´Ottocento, cuscinetto imbottito fissato sotto le gonne negli abiti femminili per rialzarne il drappeggio.

mercoledì 1 ottobre 2014

Pompei, una grande occasione mancata

Il 28 settembre Presa Diretta, il programma condotto da Riccardo Iacona, ha affrontato il problema del mancato utilizzo dei fondi europei da parte dell´Italia e ha aperto la puntata con un servizio su Pompei.
Perché si parla di Pompei come di una grande occasione mancata?
L´approvazione del piano "Grande progetto Pompei" da parte della Commissione europea per salvare il sito archeologico con fondi UE (78 milioni di euro) e nazionali, risale al marzo del 2012 (eunews, 17.7.2014). Il totale dei soldi messi a disposizione ammonta a 105 milioni.
Il 17 luglio 2014 Johannes Hahn, il commissario dell´Unione Europea che si occupa di come vengono spesi i fondi europei, è per la terza volta in visita a Pompei. Con Hahn ci sono anche il ministro Dario Franceschini e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano del Rio.
Si sono tutti ritrovati a Pompei per sottoscrivere un piano d´azione che prevede la spesa di questi 105 milioni di euro, soldi che devono essere spesi entro e non oltre il dicembre del 2015.
Quanti euro sono stati spesi fino a questo momento per salvaguardare uno dei siti archeologici più famosi al mondo?
Solo un milione e mezzo, ovvero l´1% delle risorse previste e un ulteriore 25% è stato impegnato per lavori già in corso (Repubblica.it, 17 luglio 2014).
Se il resto dei soldi non verrà speso e i progetti non verranno portati a termine, dall´Europa non arriverà più un soldo. I progetti pianificati sono ben 55 e entro dicembre 2015 (praticamente un anno) devono partire le gare, devono essere scelte le ditte e devono essere aperti i cantieri.
Saggio sarebbe investire la maggior parte dei soldi per evitare che il dissesto idrogeologico danneggi per sempre gli scavi. «Occorre un piano di interventi straordinario che metta in sicurezza l’intera area perché se questi terreni non hanno un drenaggio forte delle acque piovane è chiaro che Pompei è destinata a crollare per intero» sosteneva il presidente della commissione nazionale italiana per l’Unesco Giovanni Puglisi a marzo del 2014 dopo il crollo di un muro in via di Nola (La Stampa 3.03.2014).
In due anni si sono verificati 19 cedimenti e alcuni restauri hanno lasciano parecchio a desiderare come per esempio il Teatro grande che ha avuto un costo di 8,5 milioni di euro per il rifacimento in cemento (doveva essere un restauro conservativo) e sette rinvii a giudizio (Asca, 23.6.2014), oppure la casa del Criptoportico che adesso assomiglia più ad una pizzeria che ad una casa pompeiana (Corriere del Mezzogiorno, 12.4.2014).
Ai cedimenti si aggiungono anche i turisti che per portarsi a casa un ricordino saccheggiano i muri pompeiani, gli stessi turisti che in un giorno si fanno "Vesuvio-Pompei-Capri". La permanenza media a Pompei è di 0,8 giorni, praticamente una mezza giornata, e infatti alle 17:00 la città è di nuovo vuota. I soldi potrebbero essere investiti sia dentro che fuori gli scavi. Dentro gli scavi assumendo personale qualificato e fuori gli scavi nelle strutture di accoglienza creando così lavoro in una delle Regioni, la Campania, che ha il doppio dei disoccupati della media nazionale. Perché non è stato ancora fatto?