giovedì 18 dicembre 2014

L´Allegoria della Pittura di Vermeer


Jan Vermeer, L´Allegoria della Pittura,1666-1668,
olio su tela,120x100 cm,Kunsthistorisches Museum, Vienna.

Per Vermeer questo dipinto doveva avere un significato particolare perché lo tenne con sé fino alla fine dei suoi giorni.
Allegoria della pittura non vuole rappresentare solo un pittore concentrato sul proprio lavoro, ma glorificare l´arte della pittura. La giovane donna con una corona di alloro e un libro nella mano sinistra potrebbe essere Clio, la musa della storia la cui tromba annuncia la gloria del pittore. Sul tavolo davanti a Clio si intravede una maschera in gesso che simboleggia l´imitazione artistica. Clio e la maschera vengono citati nell´Iconologia di Cesare Ripa, un´enciclopedia delle figure allegoriche conosciuta da molti artisti del XVII sec. e tradotta in olandese nel 1644. 
Il pittore ci mostra come doveva lavorare Vermeer e cioè seduto davanti al cavalletto con un bastone poggiapolso (all´estremità del bastone si nota un rivestimento in stoffa usato per non danneggiare il dipinto).
La pesante tenda scostata sulla sinistra, elemento che si ritrova in molti dipinti di pittori olandesi,  suggerisce allo spettatore l´idea di essere partecipe di un momento di grande intimità. La percezione della profondità è data invece dal pavimento piastrellato e dalle travi del soffitto.  
Vermeer, per ricordare la tanto agognata indipendenza delle Province Unite dei Paesi Bassi, dipinge sullo sfondo una cartina databile intorno al 1636, in cui si riconoscono le Province Unite del nord (vicino alla piega centrale al centro) e le province del sud che corrispondono all´incirca all´odierno Belgio (a sinistra). (1)

Anche Vermeer, come molti altri pittori, dovette aspettare a lungo prima di diventare famoso. Di lui rimangono poche opere (35 dipinti) e solo intorno al 1860, grazie allo scrittore Théophile Thoré, venne riscoperta la sua arte. 

(1) Dopo le durissime lotte tra cattolici e protestanti Filippo III, con la tregua di Anversa (1609), riconobbe l´indipendenza delle Province Unite settentrionali. L´indipendenza venne definitivamente sancita nel 1648 con la fine della guerra dei Trent´anni e con la pace di Westfalia.

martedì 16 dicembre 2014

Perchè rivolgersi a università americane? Il progetto The Hidden Treasure of Rome

Ostia, Portici lungo il tratto nord del cardine massimo

Il 10 novembre il comune di Roma ha sottoscritto un protocollo d´intesa per l´estensione a tutto il Gruppo Enel del progetto "The Hidden Treasure of Rome" (il tesoro nascosto di Roma). In cosa consiste questo progetto? Il comune di Roma vuole rilanciare la sua immagine attraverso le sue bellezze storico - artistiche. Bene. L´idea però non è quella di far lavorare personale specializzato in loco ma di portare all´estero "oggetti archeologici inediti" che riposano nell´Antiquarium dei Musei Capitolini. Centinaia di reperti verranno studiati e catalogati nei musei e nelle università tra le più prestigiose del Nord America e di altri Paesi nel mondo. Tralasciando i rischi a cui gli oggetti vengono sottoposti durante il trasporto, la prima domanda che mi sorge spontanea è: per quale motivo non ci rivolgiamo alle nostre università, ai nostri storici dell´arte e ai nostri archeologi? Ovviamente una delle risposte potrebbe essere: non ci sono i fondi. Caso vuole che proprio ieri (15 dicembre 2014) il presidente del consiglio Matteo Renzi abbia candidato Roma e l´Italia alle Olimpiadi del 2024. Solo per la candidatura occorrono circa dieci di milioni di euro.
Dato che sono reperti che risalgono a tutte le epoche della storia di Roma,  avrebbe più senso studiarli e catalogarli sul posto senza decontestualizzarli, magari avvalendosi della collaborazione di università straniere. Inoltre, mentre si lavora alla parte scientifica un altro gruppo di persone specializzate potrebbe dedicarsi allo sviluppo e progettazione di nuovi spazi espositivi.
Dietro all´aeroporto di Fiumicino, ad esempio, c´è il Museo delle navi romane, ovviamente chiuso dal 2002 (Report 05.05.2013) per lavori. Si potrebbe riaprire il museo e organizzare con quei reperti mostre per i viaggiatori che devono aspettare le coincidenze dei voli. A dieci minuti di macchina dall´aeroporto ci sono anche le rovine di Ostia antica. Sarebbe lungimirante organizzare una bella mostra, anche permanente, e permettere a romani, turisti e passeggeri di raggiungerla senza troppa fatica. Progetti di questo tipo sarebbero di lungo respiro, promuoverebbero lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica, tutelerebbero il patrimonio dell´Italia e potrebbero dare lavoro a diverse categorie di persone. Basta avere come punto di riferimento l´Art. 9 della nostra Costituzione.


mercoledì 10 dicembre 2014

Combinazione in grigio e nero n°1 detto anche Ritratto della madre dell'artista. Whistler e la musicalità nella pittura

James Whistler è un pittore americano ma trascorre gran parte della sua vita a Parigi e a Londra. A Parigi entra in contatto con Latour, Courbet, Degas, Manet e Baudelaire,  a Londra invece stringe amicizia con il pittore preraffaellita Dante Gabriel Rossetti. 

James Abbott McNeill Whistler, Combinazione in grigio e nero n°1
detto anche Ritratto della madre dell'artista, olio su tela,
144,3x163 cm, Musée D´Orsay, Parigi

Nel 1871 Whistler dipinge un ritratto di sua madre psicologicamente molto intenso. Nel "Ritratto della madre dell´artista" il profilo della donna è severo, i suoi capelli grigi sono raccolti ordinatamente sotto una cuffia bianca e il vestito che porta è talmente scuro che solo con difficoltà si riescono a scorgere delle pieghe. L´abito scuro mette in risalto le mani pallide che, posate sul grembo, stringono un fazzoletto di pizzo bianco. Attraverso uno sguardo attento si nota il giallo oro della fede nuziale, l´unico piccolo punto di colore brillante.

Particolare dell´anello
Le linee della composizione sono prevalentemente verticali e orizzontali, mentre per quanto riguarda i colori, l´artista si avvale di diverse gradazioni di grigio e nero.
Whistler dava ai suoi quadri sottotitoli musicali perché voleva mettere in risalto la prevalenza del ritmo di forme e colori rispetto al soggetto rappresentato. Anche in questo dipinto il ritmo è dato dall´alternanza delle linee dritte rispetto a quelle curve del profilo della madre e la successione delle zone bianche e scure ricorda l´avvicendamento dei toni alti e bassi di un brano musicale.

Il quadro viene esposto per la prima volta nel 1872 alla Royal Academy di Londra e solo in pochi ne colsero l´originalità. All´inizio il dipinto viene addirittura rifiutato dalla giuria e solo in un secondo tempo, grazie all´appoggio di William Boxall, direttore della National Gallery di Londra,  accolto ed esposto. Nel 1889 l´opera viene acquistata dallo Stato francese e oggi è esposta al Musée D´Orsay di Parigi.   
  
Bibliografia: Opera commentata nel Musée d´Orsay - Combinazione in grigio e nero n°1 detto anche Ritratto della madre dell'artista-.