domenica 30 agosto 2015

Peter Zumthor

Peter Zumthor Foto: www.architravel.com
"Wenn ich darüber nachdenke, mit welchen ästhetischen Absichten ich Häuser entwerfe, stelle ich fest, dass meine Gedanken um Themen kreisen wie ORT, MATERIAL, ENERGIE, PRÄSENZ, GEDÄCHTNIS, ERINNERUNG und BILD - oder auch Bildhaftigkeit, Stimmung, Verdichtung, Konzentration und Dauer.Im Verlaufe der Arbeit versuche ich, diese Begriffe vor dem Hintergrund der Bauaufgabe mit konkretem Inhalt zu füllen. Dabei stelle ich mir vor, dass das, was ich entwerfe, Teil eines Ortes, Teil einer Umgebung werden soll, dass es gebraucht und geliebt, entdeckt und vererbt, verschenkt, verlassen vielleicht auch gehasst -kurz, dass es, in einem weit gefassten Sinn des Wortes, bewohnt werden soll."

"Bauen, Wohnen und Denken sind Tätigkeiten, mit denen der Mensch sich die Welt aneignet und die zusammengehören."

"Unser Denken ist eng mit unseren Ortserfahrungen verbunden. Das hat mit der Tatsache zu tun, dass der Mensch sich an Orten aufhält, von Orten aus seine Beziehung zur Welt aufbaut, oder eben, dass er die Welt bewohnt."

Peter Zumthor, Häuser (1979-1997), Basel-Boston-Berlin, 1999

Themen in der Baukunst Zumthors:
- die Frage nach dem Nebeneinander von alter und neuer Architektur,
- das Spiel mit Licht und Schatten,
- Einklang von Architektur und Natur,
- sorgfältigste Auswahl der Materialien und ihre Kontrastierung,
- die Materialien, die zum Bauen verwendet werden, passen sich den regionalen Besonderheiten an. 

Zumthors Leben
Literatur
- Peter Zumthor, Häuser (1979-1997), Basel-Boston-Berlin, 1999
- Peter Zumthor -Ein Kompromissloser Architekt, den die Komposition von Materialien begeister von Frauke Schlüter in www.audioguideportal.de

venerdì 29 maggio 2015

Ciano, magenta e giallo...il piccolo universo che si cela nelle nostre stampanti!

Cosa hanno in comune le stampanti che usiamo quotidianamente con i pianeti, le stelle, i fiori, gli animali e la poesia?
.... i colori!

La maggior parte delle stampanti casalinghe adotta il sistema di stampa in quadricromia CMYK (acronimo di Cyan, Magenta, Yellow, Key black). Questo sistema di stampa utilizza i colori primari - giallo, ciano, magenta - più il nero -  che ha l´importante funzione di dare rilievo all´immagine e di riequilibrare le varie tonalità dei colori. Questi colori sono definiti PRIMARI SOTTRATTIVI perché il nero viene ottenuto attraverso l´assorbimento (o sottrazione) di tutti i colori.

CIANO


Il ciano si colloca tra il blu e il verde ed è il colore complementare del rosso. 
All´origine di questo nome troviamo sia minerali di colore blu sia la pianta di fiordaliso conosciuta con il nome scientifico di  Cyanus segetum. Il nome ciano rimanda al nome greco kýanos  ("blu scuro") e a questo colore viene associato il colore dell´acqua, il colore del pianeta Urano - per la presenza di metano nell´atmosfera- e il colore ciano-blu della cianotipia, un antico  metodo di stampa fotografica.

MAGENTA

Questa sostanza colorata prende il nome dalla battaglia di Magenta, battaglia che diede inizio al processo di unificazione dell´Italia e che fu combattuta il 4 giugno del 1859 fra austriaci e franco-piemontesi. Di color magenta erano infatti i pantaloni dei vittoriosi zuavi francesi ai quali il chimico francese François-Emmanuel Verguin, nel 1856, volle dedicare la scoperta di questo nuovo pigmento. 
Paul Gauguin, Portrait de femme à la nature morte de Cézanne,
1890, 65x55 cm, Art Institute of Chicago
In ambito artistico il nuovo pigmento venne subito adottato da Paul Gauguin per l´elegante giacca di Marie Derrien Lagadu (1890) e da William-Adolphe Bouguereau per il panneggio della sua Psiche (1892).
 
A questo colore viene associata una tipologia di stelle particolarmente fredde, una specie di coralli presente nel Golfo Persico e diverse tipologie di fiori tra le quali troviamo anche le orchidee. 


Per Montale (1896-1981), molto sensibile alle descrizione cromatiche, di colore magenta sono le nubi sulla grotta di Fingal (Scozia)...

Nubi color magenta s´addensavano
sulla grotta di Fingal d´oltrecosta
quando dissi "pedala, angelo mio!" 
e con un salto
il tandem si staccò dal fango, sciolse
il volo tra le bacche del rialto...


 GIALLO

La parola giallo deriva dal latino "galbĭnus" con il significato di "verde, giallo". L´uso del giallo ocra vanta una storia millenaria. Questo colore veniva già usato nel Paleolitico come dimostra il famoso cavallo delle Grotte di Lascaux. Anche gli egiziani, i romani e i bizantini ne fecero largo uso.  
Come per il ciano e per il magenta anche il giallo rimanda ad una particolare stella denominata "supergigante gialla". Il giallo lo ritroviamo in moltissimi fiori, in diversi animali e anche nella letteratura con i famosi "romanzi gialli" o polizieschi. 


Oscar Wilde  (1854- 1900) dedica a questo colore una vera e propria poesia intitolata "Sinfonia in giallo"


Un omnibus attraversa il ponte
strisciando come una farfalla gialla 
e qua e là un passante
appare come un moscerino inquieto.
Grosse chiatte piene di giallo fieno
sono spinte contro il buio molo
e come una sciarpa di gialla seta
la spessa nebbia pende lungo la banchina.

Le gialle foglie cominciano a svanire
e palpitano dagli olmi del Temple
e ai miei piedi il pallido, verde Tamigi
giace come verga di giada sgualcita.

Quindi, ogni volta che cambiate le cartucce alle vostre stampanti ricordatevi che dietro questi colori c´è una storia millenaria e un piccolo universo nascosto!

martedì 26 maggio 2015

Una delle prime fotografe che documentarono la grande depressione: Dorothea Lange

Dorothea Lange nel 1936
Dorothea Lange nasce il 26 maggio del 1895 a Hoboken in New Jersey.
All´età di 7 anni si ammala di poliomelite, una malattia che le causa la paralisi della gamba destra e che la rende claudicante per il resto della sua vita. Nel 1907 il padre abbandona la famiglia e la madre decide di trasferirsi a Manhattan dalla sorella. Dorothea viene iscritta ad una scuola frequentata da soli ebrei e ha grosse difficoltà di inserimento. Nella sua autobiografia sottolineerà più volte la profonda infelicità e solitudine della sua adolescenza. Con grande fatica riesce a diplomarsi e a 18 anni decide di voler dedicare la sua vita alla fotografia. La madre non approva questa decisione e le impone un corso di formazione per diventare insegnante. Dorothea non rinuncia al suo sogno e trascorre tutto il suo tempo libero presso studi fotografici e frequentando un corso di fotografia presso l´Università della Columbia.
Nel 1917 a San Francisco entra a far parte di un gruppo di fotografi che le mettono a disposizione una camera oscura. Due anni dopo riesce ad aprire il suo studio fotografico e a raggiungere l´indipendenza economica ritraendo persone ricche e facoltose. 


La grande depressione: uomo disoccupato presso un negozio vuoto, 1935, Franklin D. Roosevelt Presidential Library and Museum.
 Il 24 ottobre del 1929 la sua vita e quella degli Stati Uniti cambia radicalmente. In questo giorno, passato alla storia come il "giovedì nero", crolla la borsa di New York e inizia la crisi economica e finanziaria che sconvolge l´economia mondiale degli anni venti. Dorothea esce dal suo studio fotografico e comincia a fotografare le grandi proteste, gli scioperi, gli uomini e le donne in fila per ricevere del cibo o addormentati davanti agli uffici del lavoro. 

Figlia di contadini durante un trasferimento, 1935
É fermamente decisa a voler documentare gli effetti della grande depressione attraverso fotografie che raccontano il dramma degli ultimi e degli emarginati, di coloro che hanno perso tutto e che si mettono in cammino alla ricerca di un qualsiasi lavoro. Ritrae famiglie di contadini che hanno abbandonato i loro campi e le loro case a causa delle tempeste di sabbia provocate da decenni di tecniche agricole sbagliate e dalla mancanza di rotazione delle colture. 

Bambini dell´Oklahoma in fuga dalla siccità in un campo per migranti in California, 1936.
 Nel 1936 scatta la sua foto più famosa "Migrant Mother" in cui ritrae la trentaduenne Florence con i suoi tre figli nei pressi di un campo di piselli in California. Così Dorothea descrive quell´ incontro che rappresenterà il simbolo di un´epoca:

Migrant Mother, 1936
I saw and approached the hungry and desperate mother, as if drawn by a magnet. I do not remember how I explained my presence or my camera to her, but I do remember she asked me no questions. (..) I did not ask her name or her history. She told me her age, that she was thirty-two. She said that they had been living on frozen vegetables from the surrounding fields, and birds that the children killed. She had just sold the tires from her car to buy food. There she sat in that lean-to tent with her children huddled around her, and seemed to know that my pictures might help her, and so she helped me. There was a sort of equality about it.

(vidi la madre disperata e mi avvicinai come attratta da una calamita. Non ricordo come le spiegai la mia presenza o la mia macchina fotografica ma ricordo che lei non mi fece domande. Non le chiesi del suo nome o della sua storia. Mi disse quanti aveva: trentadue. Mi raccontò delle verdure gelate dei campi circostanti su cui avevano vissuto e degli uccelli che avevano ucciso i bambini. Aveva appena venduto i pneumatici della sua macchina per comprare del cibo. Era seduta in quella tenda con i suoi bambini rannicchiati intorno a lei, sembrava sapere che le mie foto avrebbero potuto aiutarla, così come lei aiutò me. C´era una sorta di parità a questo proposito.)

Un mezzadro in concessione nell´Imperial Valley in California, 1937

lunedì 25 maggio 2015

A royal affair: una delle pagine più affascinanti, intricate e dolorose della storia danese

La principessa Caroline Matilda
Royal Affair è un film del 2012 diretto dal regista danese Nikolaj Arcel. La storia appassionante della regina Caroline Matilda (Alicia Vikander), del re Christian VII di Danimarca (Mikkel Boe Følsgaard) e del medico Struensee (Mads Dittman Mikkelsen) ha vinto l´Orso d´argento per la migliore sceneggiatura al Festival di Berlino nel 2012 e ha ottenuto le nomination come miglior film straniero ai Premi Oscar e ai Golden Globe del 2013. 

La principessa Caroline Matilda (1751- 1775), sorella del re d´Inghilterra Giorgio III, è stata educata fin da bambina ad essere la moglie del re Christian VII di Danimarca (1749-1808). Quando la principessa arriva in Danimarca ad attenderla c´è un paese povero ed arretrato con a capo un re affetto da schizofrenia e depressione che firma senza leggerle tutte le decisioni del Consiglio di Corte. La colta Caroline Matilda deve anche rinunciare a molti dei suoi libri perché il Consiglio di Corte tenta in ogni modo di ostacolare le idee illuministe che stanno pericolosamente avanzando in Europa. La vita della regina e del re cambia radicalmente quando a corte arriva il medico Johann Friedrich Struensee. Il medico, appassionato lettore di Rousseau e Voltaire, riesce a gestire l´infermità mentale del re e si innamora della regina che lo ricambia incondizionatamente. Questa storia, basata su fatti realmente accaduti, cambierà il destino di un´intera nazione.


sabato 25 aprile 2015

Quando arte e moda si incontrano

Possono due ambiti apparentemente lontani tra di loro come quello della moda e dell´arte trovare un punto d´incontro?  
Indubbiamente sì e spesso i risultati sono accattivanti. 


Il mensile di moda Vogue, fondato nel 1892 da Arthur Turnure, si è più volte ispirato a quadri famosi per le sue copertine. La copertina del 1° aprile del 1949 mostra le modelle  americane Carmen dell´Orefice (1931) e Jean Patchett (1926-2002) immortalate dal fotografo britannico Cecil Beaton (1904-1980) davanti ad un collage ispirato a Matisse

Sessant´anni dopo ritroviamo su Vogue  l´attrice americana Jessica Chastain fotografata da Annie Leibovitz in posa come la bellissima Flaming June di Leighton (1895).


Art Meets Fashion

Arte e moda non si incontrano solo sulle riviste patinate ma anche sugli abiti veri e propri. Con il "Mondrian day dress" (1969) Yves Saint Laurent (1936-2008) volse la sua attenzione all´arte geometrica e  a uno dei suoi maggiori esponenti: Piet Mondrian. 


Yves Saint Laurent


Lo stilista francese si fece costantemente ispirare dall´arte per le sue creazioni, infatti fu anche uno dei primi stilisti a godere (da vivo!) di una retrospettiva al Metropolitan Museum di New York.


Anche Albert Kriemler, designer e creative director della casa di moda svizzera Akris, per la sua collezione primavera estate 2009 guarda ai quadri di Monet.


Albert Kriemler inspired by Claude Monet


Lo stilista inglese Alexander McQueen (morto suicida nel 2010)  ripropose nelle sue creazioni le esplorazioni 
dell´infinito dell´incisore e grafico olandese Escher (1898-1972).


Alexander McQueen e M.C.Escher

McQueen, il re ribelle della moda inglese, era anche conosciuto per le sue sfilate trasgressive, in cui si intrecciavano installation e performance art.



Negli abiti dei designers e stilisti italiani  Aquilano & Rimondi trovano spazio le forme e i colori smaltati di Klimt (primavera 2014)...

art as fashion - L'Wren Scott

...mentre Miuccia Prada (1949), per la sua collezione primavera estate 2014, traduce nei suoi abiti l´"arte sociale" e colorata dei murales messicani.


Prada S/S 2014-Illustrative Style – Art Mural Portraits – Crafted Abstract Shapes – Bold Colour Combinations – Stencil Cut-outs – Collage Simplicity – Spec...

Guardando queste immagini mi vengono in mente le parole del poeta irlandese Oscar Wilde, il quale sosteneva che "una persona dovrebbe essere un´opera d´arte, o indossarne una." 

"One should either be a work of art,
or wear a work of art"


Oscar Wilde

domenica 5 aprile 2015

Gherardo delle Notti e qualche consiglio utile per godersi la mostra agli Uffizi

Gherardo delle Notti - Quadri bizzarrissimi e cene allegre-
10 Febbraio - 24 Maggio 2015
Galleria degli Uffizi
Biglietto 12.50€

La Galleria degli Uffizi dedica una mostra monografica al pittore olandese Gerrit van Honthorst (Utrecht 1592- 1656) conosciuto anche come Gherardo delle Notti. 
Gerrit van Honthorst fu grande ammiratore di Caravaggio e tra i fondatori della Scuola dei Caravaggisti nella città di Utrecht.
I quadri esposti sono belli e suggestivi e per farsene un`idea basta guardare la GALLERIA IMMAGINI sul sito dedicato alla mostra.  
Uno dei dipinti che sicuramente mi ha colpito di più è stata la "Negazione di San Pietro" forse perché la giovane serva, una donna, è contemporaneamente centro e punto più luminoso del quadro. È lei la donna che rivolgendosi a Pietro gli dice: "Anche tu eri con Gesù, il Galileo". Il volto illuminato di questa ragazza mi ha fatto pensare alla parola "veritas"  e all´idea che dire la verità rimane sempre un´azione rivoluzionaria.
Il pendant della giovane donna è il soldato in ombra in primo piano visto di schiena. A San Pietro, rappresentato parzialmente in ombra sulla destra, corrisponde invece un soldato visto di profilo sulla sinistra. Il  "dialogo" tra questi quattro personaggi è sottolineato dal gioco alternato delle mani e delle braccia che si incrociano in primo piano. Anche se manca la tipica drammaticità caravaggesca è indubbiamente affascinante il modo in cui van Honthorst utilizza i contrasti di luce.

Gerrit van Honthorst, Negazione di San Pietro



La Galleria degli Uffizi custodisce la più grande raccolta di dipinti del periodo italiano di Gherardo delle Notti e tra questi dipinti c´è anche l´Adorazione dei pastori (1619-1620) che venne irrimediabilmente danneggiata durante la strage di via dei Georgofili. In un Paese che dimentica troppo in fretta trovo ottima l´idea di dedicare una stanza della mostra al ricordo di quella terribile notte, tra il 26 e il 27 maggio del 1993, in cui circa quaranta persone rimasero ferite e cinque persero la vita a causa di una bomba piazzata dalla mafia. 


<strong>Gerrit van Honthorst </strong>- (Gherardo delle Notti)<br />
  (Utrecht 1592 - 1656)<br />
  Adorazione dei pastori<br />
  1619-1620<br />
  Olio su tela<br />
Firenze, Galleria degli  Uffizi, Corridoio Vasariano


Qualche consiglio utile per visitare la mostra 
Per evitare di fare la lunga fila, che sembra ormai essere una caratteristica degli Uffizi, consiglierei di investire qualche euro per prenotare la visita. Una volta dentro al museo, dato che per arrivare alla sezione dedicata al pittore olandese si deve attraversare tutta la Galleria, si possono adottare due tattiche:
1. godersi a passo spedito il corridoio vasariano, gli splendidi scorci sulla città, far finta di non vedere pittori del calibro di Michelangelo o Raffaello per dedicare tutta l´attenzione al pittore olandese;
2. prendersela con molta calma, godere la bellezza rinascimentale racchiusa nelle sale di questo museo e scegliere alcune opere che "assolutamente devo rivedere altrimenti non ci dormo stanotte". Dopo il primo giro prendere una boccata d´aria e magari un cappuccino sulla terrazza che si trova proprio sulla Loggia dei Lanzi. La vista sulla città e su Palazzo Vecchio è semplicemente magnifica.
Io opterei per la seconda ipotesi.

Questo il video dedicato alla mostra con commento dello storico dell´arte Giovanni Papi:



Breve biografia di Gerrit van Honthorst

1592 Utrecht
1610 ca. arrivo a Roma (lavora per il cardinale Scipione Caffarelli Borghese e il banchiere Vincenzo Giustiniani)
1620 ritorno a Utrecht e fondazione della "Scuola dei Caravaggisti"
1628 a Londra lavora per Carlo I
1631 Utrecht

sabato 4 aprile 2015

The good girl con Jennifer Aniston


"The good girl" è  un film con Jennifer Aniston e diretto da Miguel Arteta.

Il film racconta di una ragazza di trent´anni, Justine (Jennifer Aniston),  che lavora in un supermercato di una piccola cittadina del Texas.
Suo marito, l´imbianchino Phil (John C. Reilly), trascorre le serate davanti alla tv fumando marijuana e bevendo birra con l´amico Bubba (Tim Blake Nelson).
Justine si sente schiacciata dalla routine e vorrebbe cambiare qualcosa della sua vita.
Proprio nel supermercato dove lavora conosce il ventiduenne Thomas "Holden" Worther (Jake Gyllenhaal) che è stato appena assunto come cassiere. Il sogno di Thomas è quello di diventare scrittore e si fa chiamare "Holden" come l´autore del romanzo "Il giovane Holden". Justine è affascinata e incuriosita da questo ragazzo schivo.
I due iniziano a parlarsi, a frequentarsi e scoprono di avere in comune la stessa insoddisfazione nei confronti della vita. Ne nasce una storia d´amore intensa e passionale. La situazione si complica quando Bubba scopre la relazione tra i due e  quando Justine si rende conto di aspettare un bambino.

Il Los Angeles Times lo ha definito uno dei migliori film del 2002. 
Per me è un film commovente che, con intelligenza e amara ironia, tematizza la solitudine e l´alienazione che può produrre la quotidianità.

sabato 14 marzo 2015

Op Art e il gioco illusionistico dell´arte

Optical Art (anche Op Art) comincia a svilupparsi intorno agli anni Sessanta in America. Attraverso l´accostamento di colori, l´utilizzo di forme geometriche e il senso di movimento che ne deriva l´Op Art vuole coinvolgere lo spettatore all´interno di un gioco illusionistico.

Sviluppi storici

Per capire le origini dell´Op Art dobbiamo fare un passo indietro e ricordare il gruppo artistico De Stijl (Neoplasticismo) che nasce agli inizi del Novecento nei Paesi Bassi e i cui principali esponenti furono Theo van Doesburg e Piet Mondrian (1872-1944). Obiettivo di Mondrian era il raggiungimento della struttura ideale dello spazio attraverso rapporti proporzionali tra colori e zone della superficie.

http://www.guggenheim.org/new-york/collections/collection-online/artwork/3013
 
L´Op Art si ispira anche al pittore tedesco Josef Albers (1888-1976), docente presso la scuola di architettura, arte e design Bauhaus, che dedicò i suoi studi alla percezione dei colori, delle forme, delle linee, delle superfici e all´illusionismo ottico.
 
http://www.metmuseum.org/toah/works-of-art/1972.40.7
 
Se a queste esperienze e movimenti artistici aggiungiamo anche il dinamismo tipico dei Futuristi riusciamo a capire meglio lo sviluppo delle forme illusionistiche dell´Op Art.
 
 https://pordenonepensa.wordpress.com/2013/05/23/inaugurata-aeropittura-futurista-mostra-del-pittore-tullio-crali/
 
 Principali esponenti dell´Optical Art
 
Tra gli iniziatori della Op Art troviamo Joseph Anuszkiewicz interessato alle illusioni ottiche che si sviluppano attraverso l´accostamento di colori di diversa intensità e stesse forme geometriche.  
 
Transcolor - Deep Crimson On Blue, 2012, Acrylic On Board, 30 x 30 in. - Richard Anuszkiewicz
 
Tra i principali esponenti della Op Art ricordiamo il dinamismo delle opere in bianco e nero della pittrice inglese Bridget Riley (1931).
 

http://en.wikipedia.org/wiki/File:Riley,_Movement_in_Squares.jpg
 
Altro artista rappresentativo della Op Art è l´argentino Julio Le Parc (1928) che ha come obiettivo la modificazione della percezione dell´equilibrio attraverso giochi di luce e  deformazioni delle informazioni visuali.
 
http://www.mike-art-kunst.com/Work/Le-Parc-Julio/contiuellumierea4cylindres
 
 
L´esponente più conosciuto della Op Art è sicuramente l´artista franco-ungherese Victor Vasarely  che sviluppa il suo linguaggio cinetico attraverso l´accostamento di figure geometriche, di colori complementari, semplici variazioni cromatiche o formali.
 
http://lazaretgallery.blogspot.de/p/gallery-vasarely.html
 
 
http://lazaretgallery.blogspot.de/p/gallery-vasarely.html
 
 
Victor Vasarely


venerdì 20 febbraio 2015

La luce calda dell´estate nel bellissimo "Summer Evening" di Childe Hassam


The waves of Time may devastate our lives,
The frosts of age may check our failing breath,
They shall not touch the spirit that survives
Triumphant over doubt and pain and death.


(Rock Weeds, Celia Thaxter)

Childe Hassam, Summer Evening, 1886, olio su tela,  Florence Griswold Museum
Al Florence Griswold Museum, una palazzina di stile neoclassico nel Connecticut, trova il suo spazio una bella collezione di pittori impressionisti americani. Uno degli Highlights della raccolta è sicuramente il dipinto di Childe Hassam, Summer Evening, eseguito nel 1886.
La carriera artistica di Hassam inizia come pittore di acquarelli. Nell´estate del 1883 decide di fare un viaggio in Europa facendo tappa in Spagna, Francia, Inghilterra, Paesi Bassi e Italia. Durante questo viaggio esegue una serie di acquerelli che espone l´anno successivo a Boston. Nel 1886, dopo aver visto un´esposizione di pittori impressionisti francesi a New York, decide di tornare a Parigi dove rimarrà per due anni.
Hassam dipinge "Summer Evening" prima di partire per la capitale francese, durante una visita all´isola di Appledore, la più grande del gruppo delle Isles of Shoals nel golfo del Maine.

Appledore Island
Hassam è ospite dell´ Appledore House, un albergo gestito dalla poetessa Celia Laighton Thaxter, famoso ritrovo di artisti e letterati. 
Clelia è una donna che si è sposata molto giovane, a 16 anni, e che dopo 10 anni di infelice matrimonio decide di tornare sull´ isola dove è cresciuta. Forse la donna del quadro di Hassam è proprio Celia, rappresentata seduta vicino a una finestra, leggermente spostata verso destra per ripararsi dal sole. La sua attenzione è rivolta al bellissimo vaso di fiori sulla sinistra che, con un gesto quasi impercettibile del braccio, sta spostando verso la luce. La luce calda del dipinto ci rimanda ai caldi e soleggiati pomeriggi estivi che tanto sembrano lontani in questi lunghi giorni invernali. 

sabato 10 gennaio 2015

Quando la fotografia diventa arte: Fiori e frutta di Roger Fenton


Fenton Roger, Fiori e frutta, stampa all´albume, 35,5 x 43 cm, National Gallery of Art Washington

Nel 1858 il poeta Lamartine definiva la fotografia "un´invenzione del caso che non sarà mai un´arte ma un plagio della natura da parte dell´ottica".
Il fotografo inglese Roger Fenton (1829-1869) era convinto esattamente del contrario e cercò di dimostrarlo con le sue bellissime fotografie. Studiò e fotografò le opere conservate  al British Museum per creare a sua volta composizioni e nature morte attentamente bilanciate. Prestando grande attenzione ai volumi, alle forme, ai valori tonali e sfruttando la capacità della fotografia di mettere in risalto i dettagli dimostrò che questa tecnica poteva essere considerata un´arte a tutti gli effetti.
La fotografia Fiori e frutta è un omaggio all´estate e alla generosità di questa stagione. Succosi grappoli d´uva fiancheggiano un vaso estremanente elegante decorato con un viticcio. Dal vaso fuoriesce una viola del pensiero mentre alla sua base si scorgono tre prugne. Su di un calice in argento si riflettono i petali a stella dei fiori di Hoya (fiori di cera) mentre due belissimi gigli sembrano quasi voler fuoriuscire dalla fotografia. Il pendant dei gigli è rappresentato da una grande rosa sula destra, mentre un´altra rosa più in basso separa l´uva dalla piccola statua. Felci e mughetti completano questa bellissima composizione floreale mentre il tavolo in marmo è parzialmente coperto da un panno decorato. È probabile che le rose e i gigli, essendo simboli mariani, simboleggino il sacro mentre l´uva, il calice e la statuetta sbarazzina del bambino ricordino le feste che si tenevano in onore di Bacco. In questa foto dove sacro e profano si intrecciano, una rosa che sta appassendo e alcune foglie cadenti ricordano allo spettatore la fugacità della vita.

Bibliografia: Fenton Roger, Fruit and flowers, National Gallery of Art, Washington