venerdì 29 maggio 2015

Ciano, magenta e giallo...il piccolo universo che si cela nelle nostre stampanti!

Cosa hanno in comune le stampanti che usiamo quotidianamente con i pianeti, le stelle, i fiori, gli animali e la poesia?
.... i colori!

La maggior parte delle stampanti casalinghe adotta il sistema di stampa in quadricromia CMYK (acronimo di Cyan, Magenta, Yellow, Key black). Questo sistema di stampa utilizza i colori primari - giallo, ciano, magenta - più il nero -  che ha l´importante funzione di dare rilievo all´immagine e di riequilibrare le varie tonalità dei colori. Questi colori sono definiti PRIMARI SOTTRATTIVI perché il nero viene ottenuto attraverso l´assorbimento (o sottrazione) di tutti i colori.

CIANO


Il ciano si colloca tra il blu e il verde ed è il colore complementare del rosso. 
All´origine di questo nome troviamo sia minerali di colore blu sia la pianta di fiordaliso conosciuta con il nome scientifico di  Cyanus segetum. Il nome ciano rimanda al nome greco kýanos  ("blu scuro") e a questo colore viene associato il colore dell´acqua, il colore del pianeta Urano - per la presenza di metano nell´atmosfera- e il colore ciano-blu della cianotipia, un antico  metodo di stampa fotografica.

MAGENTA

Questa sostanza colorata prende il nome dalla battaglia di Magenta, battaglia che diede inizio al processo di unificazione dell´Italia e che fu combattuta il 4 giugno del 1859 fra austriaci e franco-piemontesi. Di color magenta erano infatti i pantaloni dei vittoriosi zuavi francesi ai quali il chimico francese François-Emmanuel Verguin, nel 1856, volle dedicare la scoperta di questo nuovo pigmento. 
Paul Gauguin, Portrait de femme à la nature morte de Cézanne,
1890, 65x55 cm, Art Institute of Chicago
In ambito artistico il nuovo pigmento venne subito adottato da Paul Gauguin per l´elegante giacca di Marie Derrien Lagadu (1890) e da William-Adolphe Bouguereau per il panneggio della sua Psiche (1892).
 
A questo colore viene associata una tipologia di stelle particolarmente fredde, una specie di coralli presente nel Golfo Persico e diverse tipologie di fiori tra le quali troviamo anche le orchidee. 


Per Montale (1896-1981), molto sensibile alle descrizione cromatiche, di colore magenta sono le nubi sulla grotta di Fingal (Scozia)...

Nubi color magenta s´addensavano
sulla grotta di Fingal d´oltrecosta
quando dissi "pedala, angelo mio!" 
e con un salto
il tandem si staccò dal fango, sciolse
il volo tra le bacche del rialto...


 GIALLO

La parola giallo deriva dal latino "galbĭnus" con il significato di "verde, giallo". L´uso del giallo ocra vanta una storia millenaria. Questo colore veniva già usato nel Paleolitico come dimostra il famoso cavallo delle Grotte di Lascaux. Anche gli egiziani, i romani e i bizantini ne fecero largo uso.  
Come per il ciano e per il magenta anche il giallo rimanda ad una particolare stella denominata "supergigante gialla". Il giallo lo ritroviamo in moltissimi fiori, in diversi animali e anche nella letteratura con i famosi "romanzi gialli" o polizieschi. 


Oscar Wilde  (1854- 1900) dedica a questo colore una vera e propria poesia intitolata "Sinfonia in giallo"


Un omnibus attraversa il ponte
strisciando come una farfalla gialla 
e qua e là un passante
appare come un moscerino inquieto.
Grosse chiatte piene di giallo fieno
sono spinte contro il buio molo
e come una sciarpa di gialla seta
la spessa nebbia pende lungo la banchina.

Le gialle foglie cominciano a svanire
e palpitano dagli olmi del Temple
e ai miei piedi il pallido, verde Tamigi
giace come verga di giada sgualcita.

Quindi, ogni volta che cambiate le cartucce alle vostre stampanti ricordatevi che dietro questi colori c´è una storia millenaria e un piccolo universo nascosto!

martedì 26 maggio 2015

Una delle prime fotografe che documentarono la grande depressione: Dorothea Lange

Dorothea Lange nel 1936
Dorothea Lange nasce il 26 maggio del 1895 a Hoboken in New Jersey.
All´età di 7 anni si ammala di poliomelite, una malattia che le causa la paralisi della gamba destra e che la rende claudicante per il resto della sua vita. Nel 1907 il padre abbandona la famiglia e la madre decide di trasferirsi a Manhattan dalla sorella. Dorothea viene iscritta ad una scuola frequentata da soli ebrei e ha grosse difficoltà di inserimento. Nella sua autobiografia sottolineerà più volte la profonda infelicità e solitudine della sua adolescenza. Con grande fatica riesce a diplomarsi e a 18 anni decide di voler dedicare la sua vita alla fotografia. La madre non approva questa decisione e le impone un corso di formazione per diventare insegnante. Dorothea non rinuncia al suo sogno e trascorre tutto il suo tempo libero presso studi fotografici e frequentando un corso di fotografia presso l´Università della Columbia.
Nel 1917 a San Francisco entra a far parte di un gruppo di fotografi che le mettono a disposizione una camera oscura. Due anni dopo riesce ad aprire il suo studio fotografico e a raggiungere l´indipendenza economica ritraendo persone ricche e facoltose. 


La grande depressione: uomo disoccupato presso un negozio vuoto, 1935, Franklin D. Roosevelt Presidential Library and Museum.
 Il 24 ottobre del 1929 la sua vita e quella degli Stati Uniti cambia radicalmente. In questo giorno, passato alla storia come il "giovedì nero", crolla la borsa di New York e inizia la crisi economica e finanziaria che sconvolge l´economia mondiale degli anni venti. Dorothea esce dal suo studio fotografico e comincia a fotografare le grandi proteste, gli scioperi, gli uomini e le donne in fila per ricevere del cibo o addormentati davanti agli uffici del lavoro. 

Figlia di contadini durante un trasferimento, 1935
É fermamente decisa a voler documentare gli effetti della grande depressione attraverso fotografie che raccontano il dramma degli ultimi e degli emarginati, di coloro che hanno perso tutto e che si mettono in cammino alla ricerca di un qualsiasi lavoro. Ritrae famiglie di contadini che hanno abbandonato i loro campi e le loro case a causa delle tempeste di sabbia provocate da decenni di tecniche agricole sbagliate e dalla mancanza di rotazione delle colture. 

Bambini dell´Oklahoma in fuga dalla siccità in un campo per migranti in California, 1936.
 Nel 1936 scatta la sua foto più famosa "Migrant Mother" in cui ritrae la trentaduenne Florence con i suoi tre figli nei pressi di un campo di piselli in California. Così Dorothea descrive quell´ incontro che rappresenterà il simbolo di un´epoca:

Migrant Mother, 1936
I saw and approached the hungry and desperate mother, as if drawn by a magnet. I do not remember how I explained my presence or my camera to her, but I do remember she asked me no questions. (..) I did not ask her name or her history. She told me her age, that she was thirty-two. She said that they had been living on frozen vegetables from the surrounding fields, and birds that the children killed. She had just sold the tires from her car to buy food. There she sat in that lean-to tent with her children huddled around her, and seemed to know that my pictures might help her, and so she helped me. There was a sort of equality about it.

(vidi la madre disperata e mi avvicinai come attratta da una calamita. Non ricordo come le spiegai la mia presenza o la mia macchina fotografica ma ricordo che lei non mi fece domande. Non le chiesi del suo nome o della sua storia. Mi disse quanti aveva: trentadue. Mi raccontò delle verdure gelate dei campi circostanti su cui avevano vissuto e degli uccelli che avevano ucciso i bambini. Aveva appena venduto i pneumatici della sua macchina per comprare del cibo. Era seduta in quella tenda con i suoi bambini rannicchiati intorno a lei, sembrava sapere che le mie foto avrebbero potuto aiutarla, così come lei aiutò me. C´era una sorta di parità a questo proposito.)

Un mezzadro in concessione nell´Imperial Valley in California, 1937

lunedì 25 maggio 2015

A royal affair: una delle pagine più affascinanti, intricate e dolorose della storia danese

La principessa Caroline Matilda
Royal Affair è un film del 2012 diretto dal regista danese Nikolaj Arcel. La storia appassionante della regina Caroline Matilda (Alicia Vikander), del re Christian VII di Danimarca (Mikkel Boe Følsgaard) e del medico Struensee (Mads Dittman Mikkelsen) ha vinto l´Orso d´argento per la migliore sceneggiatura al Festival di Berlino nel 2012 e ha ottenuto le nomination come miglior film straniero ai Premi Oscar e ai Golden Globe del 2013. 

La principessa Caroline Matilda (1751- 1775), sorella del re d´Inghilterra Giorgio III, è stata educata fin da bambina ad essere la moglie del re Christian VII di Danimarca (1749-1808). Quando la principessa arriva in Danimarca ad attenderla c´è un paese povero ed arretrato con a capo un re affetto da schizofrenia e depressione che firma senza leggerle tutte le decisioni del Consiglio di Corte. La colta Caroline Matilda deve anche rinunciare a molti dei suoi libri perché il Consiglio di Corte tenta in ogni modo di ostacolare le idee illuministe che stanno pericolosamente avanzando in Europa. La vita della regina e del re cambia radicalmente quando a corte arriva il medico Johann Friedrich Struensee. Il medico, appassionato lettore di Rousseau e Voltaire, riesce a gestire l´infermità mentale del re e si innamora della regina che lo ricambia incondizionatamente. Questa storia, basata su fatti realmente accaduti, cambierà il destino di un´intera nazione.