Carl Spitzweg, Il povero poeta, 1839, olio su tela, 36,2x44,6 cm, Neue Pinakothek, München |
Nel dipinto il poeta, che non può permettersi neppure un letto, è seduto su un materasso e appoggiato a due grandi cuscini bianchi. Porta un cappello da notte e la sua vestaglia ha una toppa all´altezza del gomito. Nella mano sinistra ha un manoscritto, che tiene appoggiato sulle sue ginocchia e attraverso gli occhiali fissa qualcosa tra il pollice e l´indice della mano destra. In bocca ha una penna d´oca.
É circondato da libri di varie dimensioni: il tomo appoggiato al muro è intitolato "Gradus ad Parnassum", che potrebbe essere il trattato musicale del componista Joseph Fux, pubblicato nel 1725, o una guida per comporre versi latini del gesuita Paul Aler pubblicato a Colonia nel 1702. Sulla parete, alla destra del poeta, si intravedono dei versi scritti in rosso, probabilmente un esametro.
Sopra il "letto" c´è un vecchio ombrello aperto fissato alle travi del soffitto.
Per riscaldare la sua stanza, un piccolo sottotetto illuminato da una finestrella, il poeta usa una piccola stufa sulla quale poggiano una bacinella e una bottiglia di vetro con sopra una candela. Al tubo della stufa è appeso un cappello a cilindro e dietro alla stufa si vede un vasetto usato generalmente per il miele o la marmellata. Alla base del forno ci sono delle carte su cui si legge "Operum meorum fasciculum III" (il terzo fascicolo delle mie opere), uno stivale e un cavastivali di legno.
Le prime critiche al quadro furono così negative che Spitweg iniziò a firmare i quadri con un monogramma. Oggi questo è uno dei quadri che i tedeschi amano di più.
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